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Via Sacchi. Area di studio
I portici costituiscono un patrimonio architettonico e culturale tipico della città europee, dal tardo medioevo alla contemporaneità, attraverso un sistema tipologico evoluto e variato nei secoli con funzione di utilità pubblica e mercantile. L’uso pubblico di un suolo privato diviene strumento di regolarizzazione del disegno urbano e di rappresentazione della città e della sua identità.
La città di Torino ha un’estensione continua di 12 km di portici storici. Il progetto di via Sacchi nasce nell’ambito urbano dell’espansione ottocentesca di Porta Nuova, con la localizzazione della principale stazione ferroviaria urbana e la continuazione del sistema dei portici che caratterizza il centro della città barocca. Da nord a sud, via Sacchi si estende per quasi 1 km con il lato ovest porticato e il lato est delimitato dal recinto costruito di stazione e servizi ferroviari; il sistema oggetto di analisi continua sul lato opposto della stazione, con l’anello dei portici di p.za Carlo Felice e del primo tratto di via Nizza.
Il lato porticato di Via Sacchi è edificata per il primo tratto negli anni ’60 - ’70 dell’800, i tratti successivi fra anni ’80 dell’800 e anni ’10 del ‘900. Emergono la cesura fra il lato porticato – con la varietà degli apparati decorativi e la continuità del disegno ordinatore – e il fronte ferroviario opposto, adibito a funzioni secondarie, sottousato e discontinuo nell’architettura, mentre l’eccezionalità ambientale e di immagine dell’asse porticato è fortemente leggibile, fino alla conclusione del continuo urbano.
Negli anni ‘10 – ’60 via Sacchi con il Borgo San Secondo si connota come via elegante, passeggio e loisir, con attività a contenuto commerciale e culturale, luoghi del tempo libero di pregio, sale teatrali e cinematografiche. Via Nizza, con il Borgo San Salvario, assume, invece, una valenza di quartiere più mercantile e produttivo.
Dopo gli anni ’60, lo sviluppo di altre centralità determina una progressiva decrescenza del livello sociale della residenza e del commercio. L’invecchiamento della struttura commerciale, la sostituzione con terziario minore di servizio e sociale verso sud e la desertificazione commerciale dell’ultimo ventennio di via Sacchi - fino a circa il 25% degli esercizi vuoti, con numero leggermente crescente dal 2017 al 2019 - emergono legati alla perdita quantitativa dei flussi pedonali e veicolari, alla riduzione dell’intermodalità, alla carenza di una vocazione di area. Le situazioni di negatività sociale, ambientale e economica sono presenti al livello dei piani terreni e dello spazio pubblico. Ulteriore ambito di degrado è costituito dalla stretta fascia di sottopasso a sud, priva di funzioni, fra il sovrappasso veicolare di c.so Sommeiller e l’attestamento ferroviario.
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Via Sacchi_GALLERY 1 | Portici lato Ovest