Via Sacchi e Borgo San Secondo sono realtà storiche e in attesa, oggetto di ricerca e sperimentazione negli ultimi anni.
Le prime fasi di VIA SACCHI – BELOW AND BEYOND THE ARCADES, e la «Call for concept» (2017-19) hanno permesso un confronto internazionale con gli studenti delle Scuole Universitarie di Architettura, Design, Arte, su un caso reale per il progetto di rigenerazione urbana: lo spazio pubblico e il sistema dei portici di via Sacchi a Torino, definita come periferia del centro città, in stato di decremento commerciale.
La seconda fase (2017-20), il «Living Lab» Via Sacchi, ha approfondito con esperti, amministratori, cittadini e studenti gli scenari per la città della creatività, della sostenibilità e dell’inclusione. In riguardo a nuove funzioni e modi d’uso, coinvolgendo le diverse componenti della scena urbana di via Sacchi.
La terza fase inizia la rigenerazione urbana attraverso la promozione dell’arte pubblica.
L’arte pubblica murale contribuisce a migliorare l’immagine diurna e notturna della via, inerisce nei processi di rigenerazione ad accrescere la qualità percepita dello spazio pubblico e stimolare verso nuova identità e place branding.
PORTICI D’ARTISTA e ARTE IN TRANSITO restituiscono primi esiti di un processo che stimola l’insediamento di nuove funzioni e l’attrattività del quartiere, Borgo San Secondo.
«Portici d’Artista» (2021-23) ha lavorato sulle saracinesche di via Sacchi attraverso gli interventi di arte murale dei giovani artisti in formazione dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, sui temi della memoria della cultura e dell’inclusione.
Il progetto ha portato, in due anni, 23 opere d’arte sulla via, quasi il 15% delle serrande dello storico chilometro di portici. Un processo partecipato tra giovani artisti, gestori, proprietari, cittadini e curatori per la valorizzazione e la riscoperta di via Sacchi nel Piano dell’Arte Urbana di Torino.
«Arte in Transito» (2023-25) continua l’esperienza su via Sacchi, è il contributo dell’arte pubblica murale per promuovere la rigenera- zione urbana, la valorizzazione di luoghi, la creatività giovanile. I primi 11 pannelli di arte murale sono installati sui muri ciechi del lato ferroviario della via il 14 luglio 2024. Gli altri 11 pannelli sono completati per luglio 2025.
STORIA
I portici costituiscono un patrimonio architettonico e culturale tipico delle città europee, dal tardo medioevo alla contemporaneità, attraverso un sistema tipologico evoluto e variato nei secoli con funzione di utilità pubblica e mercantile. L’uso pubblico di un suolo privato diviene strumento di regolarizzazione del disegno urbano e di rappresentazione della città e della sua identità.
La città di Torino ha un’estensione continua di 12 km di portici storici. Il progetto di via Sacchi nasce nell’ambito urbano dell’espansione ottocentesca di Porta Nuova, con la localizzazione della principale stazione ferroviaria urbana e la continuazione del sistema dei portici che caratterizza il centro della città barocca. Da nord a sud, via Sacchi si estende per quasi 1 km con il lato ovest porticato e il lato est delimitato dal recinto costruito di stazione e servizi ferroviari; il sistema oggetto di analisi continua sul lato opposto della stazione, con l’anello dei portici di piazza Carlo Felice e del primo tratto di via Nizza.
Il lato porticato di Via Sacchi è edificato per il primo tratto negli anni ’60 - ’70 dell’800, i tratti successivi fra anni ’80 dell’800 e anni ’10 del ‘900. Emergono la cesura fra il lato porticato – con la varietà degli apparati decorativi e la continuità del disegno ordinatore – e il fronte ferroviario opposto, adibito a funzioni secondarie, sottousato e discontinuo nell’architettura, mentre l’eccezionalità ambientale e di immagine dell’asse porticato è fortemente leggibile, fino alla conclusione del continuo urbano.
Negli anni ‘10 – ’60 via Sacchi con il Borgo San Secondo si connota come via elegante, passeggio e loisir, con attività a contenuto commerciale e culturale, luoghi del tempo libero di pregio, sale teatrali e cinematografiche. Via Nizza, con il Borgo San Salvario, assume, invece, una valenza di quartiere più mercantile e produttivo.
Dopo gli anni ’60, lo sviluppo di altre centralità determina una progressiva decrescenza del livello sociale della residenza e del commercio. L’invecchiamento della struttura commerciale, la sostituzione con terziario minore di servizio e sociale verso sud e la desertificazione commerciale dell’ultimo ventennio di via Sacchi - fino a circa il 25% degli esercizi vuoti, con numero leggermente crescente dal 2017 al 2022 - emergono legati alla perdita quantitativa dei flussi pedonali e veicolari, alla riduzione dell’intermodalità, alla carenza di una vocazione di area, alla crisi pandemica.
Le situazioni di negatività sociale, ambientale e economica sono presenti al livello dei piani terreni e dello spazio pubblico. Ulteriore ambito di degrado è costituito dalla stretta fascia di sottopasso a sud, priva di funzioni, fra il sovrappasso veicolare di corso Sommeiller e l’attestamento ferroviario.